giovedì 6 settembre 2012

Chanel e Dolce&Gabbana. Il gioco delle somiglianze nel tempo


Recentemente mi è stata regalata una copia di Vogue Francia 1990.Ecco la copertina.



La modella è Linda Evangelista


Negli anni ‘90 la moda vede un lento ma deciso ridimensionamento della griffe, simbolo che caratterizza prepotentemente gli anni ’80. Con gli anni ’90 appunto, si torna a ricercare quella qualità del capo capace di resistere al tempo; il valore intrinseco dell’abito diviene il motivo di fondo dell’esperienza di acquisto. Sfogliando la rivista si coglie immediatamente una “maggior ricchezza estetica”. Cambiano le epoche e con esse anche le bellezze ed il senso che le accompagna. Penso questo quando arrivo a pagina 42 e vedo una pubblicità firmata Chanel.





Incredibile la somiglianza con le recenti campagne di Dolce&Gabbana, a partire dal contesto. L’opulenza negli accessori femminili, questa sensazione di mondanità e condivisione, la frutta, il vino rosso, la mascolinità dei modelli e il contatto dei corpi. Se non fosse per alcuni elementi, come la preponderanza del bianco, questa immagine potrebbe appartenere all’ultimo repertorio fotografico del marchio italiano.



Dolce&Gabbana P/E 2012


Dolce&Gabbana A/I 2012


Manca, questo si, quel senso di mediterraneo italico, di sicilianità enfatizzata, che tanto si respira nelle campagne pubblicitarie di Dolce&Gabbana, il calore e la pienezza che rende così caratteristico il loro stile.
Oggi, le pubblicità di Chanel sono molto lontane da questo spirito così concreto del picnic proposto sopra. C’è una maggior freddezza dei volti e dei corpi, delle atmosfere e degli sfondi, che ha contribuito a trasformare questo marchio francese nato per una donna più disinvolta,nel riferimento del lusso contemplato nella sua essenza più autentica.


Chanel P/E 2012


Chanel A/I 2011


Chanel S/S 1999


La “ricchezza estetica” menzionata all’inizio riguarda anche questi aspetti di mutamento dell’immagine e dell’immaginario, ma non solo. Ciò che più mi incuriosisce, riguardo alle riviste di moda del passato, è il senso del bello. Trovo oltremodo interessante vedere come, nel tempo, siano cambiati i visi e gli ambienti scelti per le pubblicità, ogni volta riconfermando il pensiero secondo cui, ultimamente, la moda stia soffocando nella sua stessa saturazione ed aridità estetica. A volte la bellezza ritorna, altre volte non torna semplicemente perché se ne è perso il senso.



 


















3 commenti:

  1. Più che alle recenti campagne di Dolce & Gabbana, io l'avrei assimilata a quelle della vecchia linea D&G (che ora non esiste più!) dove c'era sempre un contesto fresco, con una still life di oggetti o frutta e poi una gruppo di giovani che si gode la vita e il momento di spensieratezza.
    Ciao
    Alessandro

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    1. Ciao Alessandro,
      io credo che questo Chanel anni '90 sia lontano dalle campagne D&G,i volti e i fisici sono molto diversi,e l'atmosfera in questo Chanel appare più "compatta",non ritrovo quel lieve senso di onirico e leggerezza che percepivo nelle immagini D&G.

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    2. Quoto. Ale le vedo anche io molto simili alle attuali e al richiamo di quel concetto di famiglia e vicinato, di femminilità e mascolinità e, se vogliamo, di "ruoli", che ormai si stanno estinguendo dall'immaginario collettivo.

      Hai ricevuto un bellissimo regalo, senza dubbio :)

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